Storia dei Pourquoi Pas?

La compagnia dei Pourquoi Pas? nasce nel 2010…

da un’idea di Christian Gentili di creare un laboratorio teatrale in italiano per gli studenti italofoni dell’università e del politecnico di Losanna. Prende così vita un gruppo formato da studenti appassionati, guidato da Lia Russo e Luca Bartesaghi, già di grande esperienza attoriale e teatrale. Nel corso dell’anno accademico 2011 la compagnia è entrata a far parte stabilmente del Pôle d’expression théâtrale (PET), associazione studentesca di università e politecnico che raggruppa tutte le compagnie studentesche amatoriali. Nella primavera dello stesso anno il laboratorio teatrale dà in frutto la prima produzione,

Il Malato Immaginario di Molière, presentando un classico ben noto al pubblico francofono in lingua italiana, con l’intento di avvicinare le due culture. Il successo dello spettacolo è stato tale che la giuria del festival amatoriale Fécule di La Grange di Dorigny ha scelto questo spettacolo per aprire la stagione teatrale professionistica del teatro; in seguito i Pourquoi Pas? hanno portato questa produzione in patria rappresentando Stile libero al teatro Pavone di Milano.

A partire dal 2013 la troupe ha deciso di rivolgersi a registi professionisti…

con l’obiettivo di rendere il laboratorio più approfondito e presentare spettacoli con una produzione di stampo professionale. Il primo è Mirko Bacchini con il quale i Pourquoi Pas? collaborano per due anni, presentando prima Sogno di una Notte di mezza Estate di William Shakespeare e l’anno seguente Sabato, Domenica e Lunedì di Edoardo de Filippo. Nel 2015 la compagnia si rivolge a Edy Ceppi come regista e presenta lo spettacolo Confusioni di Alan Ayckbourn e l’anno successivo collaborano con Stella Giuliani per presentare Dio li Fa e Poi li Accoppa, poco prima della scomparsa di Dario Fo.

Alla fine del 2016 la compagnia ha subìto un drastico rinnovamento, perdendo tutti i suoi membri storici e considerando la possibilità di arrestare la propria attività. Questa drammatica prospettiva è scongiurata da Marzio Gandola e Veronica Orlandi, studenti moooooolto motivati, e da Francesco de Ciampis, uomo di grande esperienza attoriale (e altrettanta pazienza), i quali, grazie all’aiuto di Stella Giuliani, riescono a ricostituire la compagnia e a presentare La Malattia della Famiglia M., di Fausto Paravidino.

Dopo lo spettacolo del 2017, il gruppo assorbe nuove energie e nuova linfa da nuovi membri e soprattutto dalla nuova regista, Beatrice Pezzuto, che sviluppa ancora di più la parte laboratoriale e formativa, rispetto a quanto fatto precedentemente, e nel 2018 mette in scena un adattamento teatrale del musical Company, di Stephen Sondheim e George Furth. Anche la produzione di questo spettacolo è migliorata, potendo contare anche la partecipazione al

festival di Futhé, a Neuchatel, e una rappresentazione a Zurigo. Come detto, con la nuova regista, Beatrice Pezzuto, la parte laboratoriale diventa più importante e lo si vede già nello spettacolo Company, nonostante la sua « leggerezza ». Ma è certamente ne Le Tre Sorelle di Anton Cechov, un classico del teatro russo di inizio novecento, messo in scena dai PqP nel 2019, che questo aspetto trova la sua più naturale espressione.

Le basi teoriche e pratiche seguite nel laboratorio sono quelle poste all’inizio del secolo scorso da Konstantin Stanislavskij, che è stato anche il regista di gran parte degli spettacoli di Cechov, quindi quale migliore occasione per mettere a frutto quegli insegnamenti e tradurli in concreto? L’adattamento della pièce, al tempo stesso « onirico » ed attuale, poi, ha sicuramente reso questo spettacolo un’esperienza importante per tutta la troupe.